Circolare: 1529 - La Grande ROGAZIONE ad Asiago - Podismo
La Grande ROGAZIONE ad Asiago
il 11.05.2013
Data di pubblicazione: 03 Maggio 2013
Adesioni entro: 11 Maggio 2013
Responsabili: Azzolini/Eberle/Lovato
Il Giro del Mondo
“La Grande ROGAZIONE ad Asiago”
Sabato 11 maggio 2013
Segnaliamo ai soci che, quaranta giorni dopo Pasqua, ci viene offerta l’opportunità di vivere, in piena natura, una giornata intensa e molto particolare al seguito, con il dovuto rispetto, della
“Grande Rogazione”
Il “Giro del Mondo” è una manifestazione che si continua a ripetere dal 1640, annualmente, la vigilia della festa religiosa dell’Ascensione, ad Asiago capoluogo dell’Altopiano dei Sette Comuni.
Lo chiamano “il giro del mondo” questo percorso che si snoda per le praterie ed i boschi che circondano Asiago, in un ameno pianoro che lambe a Nord le propaggini del Monte Zebio, a Sud quelle del Monte Kaberlaba, ad Est le verdi colline del Ferragh di Gallio e ad Ovest la dorsale sovrastante la sinistra orografica della Val d’Assa, tutti luoghi dove ha infuriato la grande guerra.
Percorso che si effettua nel corso di un’intera giornata, frequentatissimo dalla gente del luogo, ma anche da forestieri ed escursionisti, curiosi di capire questo patto di rispetto e di alleanza tra uomini e natura in una giornata intensa e piena di vita che rammenta la storia e il quotidiano esistere dei nostri padri, per luoghi dove tra il 1915 e il 1918 si è sparso tanto sangue.
Percorso non vincolato da recinti di “platten” o di filo spinato o da consolidate idee di proprietà privata, almeno per questa giornata. Qui intorno si è stanziata da oltre un millennio una gente proveniente “da lontane nordiche lande”, ha disboscato e dissodato il terreno, ha costruito case e strade, organizzandosi in un mirabile governo autonomo, con lingua e costumi particolari, con statuto, usi e costumi particolari, piccolo esercito proprio.
Ora il turbinio del moderno progresso non le impedisce il ricordo della povertà e delle vicissitudini lontane, ricordo che oggi si concreta percorrendo i sentieri che da centinaia di generazioni sono stati calcati ripetendo per secoli il rito cristiano delle Rogazioni primaverili.
Un salmodiante corteo, preceduto da una grande bandiera crociata e seguito da un sacerdote benedicente percorre i campi e i prati implorando la benedizione divina sul lavoro del contadino e sui prodotti che faticosamente ha saputo trarre dal suolo, sull’Altopiano particolarmente avaro.
E’ un’usanza che si perde come origine nella notte dei tempi, dai “februa” latini ai riti nordici di Odino: Cerere e gli dei germanici sono sostituiti ora nei canti dei fedeli dalla moltitudine dei Santi cristiani.
Sono infatti le “Litanie dei Santi” che accompagnano principalmente il passo dei montanari, alternate da canti in cimbro, in latino, in italiano e tutte le canore invocazioni trovano conclusioni nelle implorazioni finali: “ut fructus terrae dare et conservare digneris, Te rogamus Domine !”
“A peste, fame et bello, libera nos, Domine!”
“Dà a noi e conserva a noi i frutti della terra, liberaci dalla peste dalla fame, dalla guerra, o Signore!” E’ il latino della Chiesa degli umili.
Si implora la fertilità della terra e la pace sul mondo e la liberazione dalle malattie, soprattutto dalle epidemie. Qui una volta c’erano guerra e peste.
Perché è proprio in seguito alla pestilenza del 1600 che si effettua questo sacro rito itinerante e proprio alla chiesetta di San Sisto, in località “lazzaretto”, ha luogo la prima sosta del corteo. Qui venivano nel 1600 portati a morire in isolamento gli appestati ma qui ora, dopo il sacrificio cristiano della messa, la gente si sparpaglia a consumare il primo spuntino, gli innamorati si scambiano le uova colorate come pegno d’affetto. Poi il salmodiante corteo riprende il cammino sempre accompagnato dalle cantilene alternate tra cori maschili e cori femminili di voci, fino a concludersi, verso sera al Duomo di Asiago per l’ultima prece.
Questa grande “Rogazione” nel trascorrere degli anni ha perduto il carattere di solo rito propiziatorio religioso e da molti è ora vissuta come pellegrinaggio primaverile nell’aperta natura, come giornata di amicizia scambievole alimentata da questo “camminare assieme”.
Si cammina a lungo per stradine e sentieri, attraverso campi e prati gialli di “pissacan” e celestini di “non ti scordar di me”, con sotto gli occhi di continuo mirabili panorami di questa nostra terra aperta, solare limpida e la processione religiosa diventa anche piccola scampagnata con soste, spuntini, piccola sagra paesana. Ma resta come grande valenza sociale di incontro, come “abbraccio d’amore e di nostalgia” tra compaesani a cui cordialmente partecipano gli ospiti forestieri.
Oggi le scuole sono chiuse, sono deserte officine e fabbriche, deserti gli uffici, solo chi ha impossibilità fisiche o di altro genere non partecipa al “giro del mondo” del mondo piccolo dell’Altopiano, giro che si fa nell’arco di un giorno, con due soste principali, al “Lazzaretto” e a Camporovere, con viveri a sacco in cestini, sportine, zaini, con eterogenei abbigliamenti, a sfida talvolta del cielo di questa nostra terra alpina. Cielo che può variare facilmente di umore e ogni poco può ridere o piangere come gli occhi di una donna.
Ma con qualsiasi tempo si parte. Dal Duomo di Asiago verso Est, la contrada Rendola (sorgente) e verso i verdi colli del “Ferragh” di Gallio. Qui i segni della guerra sono ancora ben visibili.
Poi si punta verso Sud: contrade Stellar, Zocchi, Pennar. Il sacerdote benedice campi e prati e lo farà altre volte lungo il percorso.
C’è chi prega, c’è chi canta, c’è chi si tiene per mano. Contemplazione, preghiera semplicità di affetti. Si gira ora verso Ovest: Bivio Lucca, Lazzaretto, San Sisto. Sosta qui per la Messa ed il primo spuntino. Ogni gruppo sceglie il luogo preferito quello di ogni anno. E si continua salendo ai margini del Kaberlaba verso Roncalto da cui si devia a Nord verso Contrada Coda, Contrada Mosele, Gaiga e Camporovere.
E’ già mezzogiorno e qui la sosta è prolungata per uno spuntino più abbondamte seguito talvolta da canti allegri, talora da brevi danze. Ora si cammina verso Est, di nuovo e, dopo le Contrade Buscar e Bosco ci troviamo a salire il Monte B, a ridiscenderlo verso Contrade Busa, Rigoni di sotto, Ebene. Comincia la stanchezza e le file del corteo diradano. Il “giro del mondo” si sta per concludere e la benedizione finale ha luogo nel Duomo di Asiago. Mai così strapieno come in questo giorno.
Al salmodiante corteo in arrivo si fanno incontro quelli che non vi hanno partecipato e i commenti tra gli ormai stanchi “girini” e gli “imboscati” si sprecano. Soddisfazione da una parte, complimenti e rimpianti dall’altra. Asiago è in festa nella giornata della Grande Rogazione. Domani l’Ascensione. Stanotte molti dormiranno sodo, con negli orecchi il salmodiare dei fedeli e negli occhi lo splendore dei colori dell’Altopiano.
Si forniscono informazioni operative per meglio seguire l’evento:
Come avrete avuto modo di constatare Il Giro del Mondo è una manifestazione importante che richiede un certo impegno fisico ed il rispetto delle regole.
Per permettere a tutti di vivere nel rispetto delle proprie forze l’esperienza del giro in un mondo antico, si segnalano tre livelli di percorso:
1° livello – giro completo dal Duomo al Duomo– punto di ritrovo dalle ore 5,50 alle ore 6,00 di sabato 3 maggio 2008 davanti alla nostra Filiale di Asiago, punto in cui ha origine la colonna dei partecipanti.
2° livello – dal Lazzareto al Duomo – punto di congiungimento con la colonna un po’ prima delle ore 9 sulla provinciale davanti all’entrata dei Campi da Golf di Asiago. Si avrà la possibilità di trovare parcheggio e di raggiungere la località Lazzaretto per partecipare alla Santa Messa su altare di Pietra, uno dei momenti più toccanti della manifestazione. Subito dopo festoso pic nic con scambio di uova colorate.
3° livello – da Camporovere al Duomo – questa opzione permette di vivere la seconda parte del giro partendo dalla piazza di Camporovere attorno alle 13 – 13,30, sempre con possibilità di parcheggio
Si rammenta l’importanza di comode calzature da montagna con suola dotata di buon grippaggio (gli steli del tarassacco schiacciati sono particolarmente scivolosi nei tratti in discesa), in tal senso molto utili per la sicurezza sono anche i bastoncini da trekking o da nordic walking.
In caso di sole, oltre ai capi a strati (al primo mattino l’aria ancora pizzica), la pelle ci ringrazierà se sarà protetta da adeguato filtro solare, altrimenti la sera ci ritroveremo con un bel colorito da aragosta.
In caso di tempo coperto, ricordarsi di portare nello zainetto assieme a cibi e bevande, capi impermeabili evitando l’ombrello per evidenti ragioni di sicurezza antifulmine.
Non viene richiesta adesione formale, sarà un semplice ritrovarsi ed aggregarsi tra amici per condividere l’esperienza in compagnia assieme a tanti altri pellegrini.
Cordiali saluti ed arrivederci, possibilmente all’alba, davanti al Duomo al suono gioioso delle campane che riecheggia sui pascoli coperti da fiori dorati.
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